San Quirico, il laboratorio del fatto a mano nel cuore della Val d’Orcia

San Quirico, il laboratorio del fatto a mano nel cuore della Val d’Orcia

La libreria-vineria Vald’O raddoppia e nasce «Lab», un nuovo spazio dedicato all’arte e all’artigianato artistico: «Si espongono solo pezzi unici e la lista dei protagonisti cambierà di volta in volta: la filosofia che ci ispira è quella dell’incontro continuo tra creativi»

Racconta Antonio Cipriani che alla base dell’idea da cui è nata Vald’O, vineria letteraria a San Quirico d’Orcia, c’è «la sapienza delle mani». Ovvero cercare sul territorio produttori locali, piccoli vignaioli, cibi pregiati e menti pensanti, «persone che hanno un volto e mani che fanno cose» per dare vita a un luogo di poesia che facesse uscire la Val d’Orcia dalla cartolina in cui spesso il turismo l’ha incastrata. Non è un caso, allora, che per «raddoppiare» lo sforzo e il fascino di Vald’O si sia tornati proprio a quel punto di partenza: la sapienza delle mani. Nasce domenica Vald’O Lab, un secondo spazio proprio a fianco del primo, che raddoppia ma non duplica. Al civico 81 della centrale via Dante Alighieri (la strada che taglia in due il borgo e che si sovrappone, qui, al tracciato della Via Francigena) resta, infatti, la vineria letteraria; ma all’81/A apre il Vald’O Lab, vero e proprio laboratorio dove trovano spazio e luce prodotti e opere d’arte e artigianato artistico. Si comincia questa domenica, il 5 giugno dalle 18, e i protagonisti di questa stagione sono amici con cui «continuare a celebrare il dono dell’incontro».

Spazio, dunque, a Cecilia Luini con le sue Contemporary Ceramics, all’ecodesign di Essent’ial con prodotti in fibra di cellulosa e materiali riciclati, a Hallo Wasabi - Arte e cucito, le creazioni di Giorgia Capoccia. Marinella Caslini porta Disgrafica, ovvero arcani e tessuti d’arte, Cristina Latini cura la mostra fotografica Let’s Play, SienaBioActive propone biocosmetici ecosostenibili, Antonio Montanaro dipinge i suoi «Sogni su carta (riciclata)» e Melina Nestore propone microracconti disegnati. Mentre tante altre «sciccherie» sono pronte ad apparire poi, all’improvviso. «Sulla vetrina c’è scritto “nel dono dell’incontro”: questo è il fondamento di tutto e così è nato questo primo gruppo di artigiani e artisti che espongono. Si è formato spontaneamente, sono amici, persone incontrate sulla strada, che si sono fermate a bere un bicchiere e sono tornate» spiega Antonio Cipriani che con Valentina Montisci è cuore, mente e braccia di tutto il progetto.In questa piccola galleria di opere d’arte e di artigianato locale, dunque, «si espongono solo pezzi unici e la lista dei protagonisti cambierà: Lab nasce proprio come un laboratorio continuo di incontro». Si espone ma si vende anche, perché l’altro cardine su cui si fonda tutto il progetto è la sostenibilità. Anche economica. «Quando siamo partiti — racconta ancora Cipriani — avevamo l’idea di realizzare in questa “magnifica terra” una residenza culturale senza alcun finanziamento, mettere su un avamposto culturale completamente autosostenibile. La nostra parola chiave è sempre stata “misura”: significa fare cose che siano a misura delle nostre possibilità, ma anche a misura della sostenibilità economica. Diciamo sempre che abbiamo scelto l’attivismo culturale come base di quello che facciamo, ma potercelo permettere implica che ogni cosa deve stare in piedi da sola». L’idea funziona: lo dimostra la vineria letteraria che, nonostante le difficoltà da Covid, è ancora lì pronta ad accogliere i visitatori e perno forte di una rete di relazioni con la comunità locale, non solo in Val d’Orcia. Da domenica oltre a libri, vino (e companatico) ci sarà il Lab dove si intrecceranno progetti, provenienze, desideri e cultura. Perché ognuno può fare la sua parte.